venerdì 7 ottobre 2022

Colazione da Tiffany

TITOLO: Colazione da Tiffany

AUTORE: Truman Capote

CASA EDITRICE: Garzanti

PAGINE: 138

COSTO: 12,00€

TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA: film iconico con Audrey Hepburn

GIUDIZIO: 9/10




TRAMA

Buona fortuna: e credi a me, carissimo Doc, è meglio guardare il cielo che viverci. Uno spazio così vuoto; così vago. Solo un posto dove va a finire il tuono e le cose scompaiono. Quando "Colazione da Tiffany" venne pubblicato per la prima volta, nel 1958, il «Time» definì la sua eroina Holly Golightly «la gattina più eccitante che la macchina per scrivere di Truman Capote abbia mai creato. E un incrocio tra una Lolita un po' cresciuta e una giovanissima Zia Mame... sola, ingenua e un po' impaurita». Da quel momento la sua fama non ha fatto che aumentare: di tutti i suoi personaggi, disse Capote più tardi, lei era la preferita, ed è facile capire perché. Holly è una ragazza del Sud trapiantata a New York, attrice cinematografica mancata, generosa con tutti, consolatrice di carcerati, eterna bambina chiassosa e scanzonata. Audrey Hepburn, con una leggendaria interpretazione cinematografica, le ha dato un volto e una voce indimenticabili, contribuendo a farne un'icona di stile senza tempo che con la sua leggerezza, la sua intelligenza e la sua ingenuità disarmante non ha mai smesso di far innamorare i lettori. Prefazione di Paolo Cognetti.

NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO

Non molto tempo fa ho visto l'iconico film con Audrey Hepburn e mi era piaciuto molto, così quando ho fatto un giro in libreria e mi è stato consigliato proprio questo libro, non ho potuto far niente se non acquistarlo. Ho così scoperto che oltre a piccole differenze tra la versione cinematografica e cartacea, le due sono diverse soprattutto nel finale.

La storia si concentra sulla particolare figura di Holly Golightly, originaria del Sud e trasferitasi a New York per inseguire il sogno di diventare attrice. Nonostante la sua carriera in realtà non decolli, Holly decide di restare a New York e finisce per diventare comunque una delle personalità più eclettiche, organizzando numerose feste caotiche e legandosi a persone eccentriche. Nello stesso palazzo si trasferisce anche un giovane scrittore, che la stessa protagonista insiste nel chiamare Fred in ricordo del fratello e sarà proprio lui a stringere un legame particolare con Holly, conoscendola pian piano in tutte le sue contraddizioni e scoprendo anche i suoi segreti.

Ovviamente quando si pensa a "Colazione da Tiffany" diventa difficile non pensare immediatamente alla donna minuta con i capelli raccolti e la collana di perle, immagine che Audrey Hepburn ha creato e che resterà per sempre nella memoria. Nel libro conosciamo meglio Holly, la giovane trasferitasi e un po' scappata dal Sud, che probabilmente vedeva la sua vita come una prigione, il che la porta a lasciare il marito e cercare libertà ed indipendenza. A New York finisce per guadagnarsi da vivere accompagnandosi ad uomini facoltosi, che poi puntualmente rifiuta con astuzia celata da civetteria, e grazie agli incontri in carcere con un ex membro della mafia. Sarà proprio questa occupazione a portarla in un posizione delicata, ma ancora più interessante e diversa è la sua personalità: Holly è una donna indipendente, che non vuole appartenere a nessuno e non vuole legami, neppure con Gatto, il micetto che ha deciso di tenere a casa sua e al quale insiste nel non dare un nome.

Può essere vista come un'eterna bambina piena di contraddizioni, che si perde nei propri capricci e insiste nel cercare qualcosa che neppure lei sa. O forse come una giovane donna che cerca il proprio posto nel mondo, cercando di accettarsi con tutti i suoi sbagli, senza mai perdere quel fascino e quella spensieratezza che la distingue dalle altre donne e dalle altre protagoniste.

Il film mi è piaciuto molto, ma tende a "romanticizzare" la storia, invece il finale del libro (di cui non parlerò per evitare spoiler) è, a mio personale avviso, più adatto alla volontà di Holly, al suo carattere, alla sua testardaggine e al suo modo di vivere in sostanza. Ciò non toglie però che sono molto belli entrambi e che, in un certo senso, danno una doppia possibilità ad una protagonista così iconica.

TRUMAN CAPOTE scoprì la sua vocazione alla scrittura fin dall'età di 8 anni.

«E' un po' scomodo non avere un nome, ma io non ho il diritto di dargliene uno: dovrà aspettare fino a quando apparterrà a qualcuno. Noi ci siamo solo incontrati un giorno sul fiume, ma non ci apparteniamo reciprocamente: lui è indipendente, come me.»

(da "Colazione da Tiffany", pagina 41)

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