lunedì 29 luglio 2019

I fiori del male

TITOLO: I fiori del male
AUTORE: Charles Baudelaire
CASA EDITRICE: Newton Compton Editori
COSTO: 3,90€
TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA: Nessuna
GIUDIZIO: 9/10



La poesia di Baudelaire non cessa di apparire di una sconcertante modernità.
Questi versi, nei quali fino a qualche decennio fa si tendeva a scorgere, sulla scia della leggenda post-romantica, il cantore del peccato, del satanismo e delle sensazioni squisite, rivelano oggi uno scrittore che ci manifesta tutta la sua volontà interiore, il suo percorso spirituale, molto al di là del realismo romantico, delle evanescenze esotiche, delle ironiche fantasie grottesche.

NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO: Sono sempre stata curiosa di leggere questa raccolta di poesie, quando mi è capitata l'occasione di acquistarne una copia con questa nuova delicata copertina della Newton Compton, bhe, non mi sono lasciata scappare l'occasione. Mi sono così ritrovata a leggere frammenti, istanti fuori dal tempo e forse anche dalla logica, che ritraevano scene di vita parigina, attimi di malinconia, solitudine, gioia, amore; Baudelaire descrive e racconta una serie di stati d'animo o di esperienze vissute nella vita quotidiana, includendo un non so che di magico, di surreale o di mitologico, e lo fa senza tralasciare nulla, dalle narrazioni più brutte all'esasperazione del bello.
Compie un viaggio lungo e tortuoso, senza mai arrendersi, lottando per la vita e per la poesia.
In questo volume sono aggiunti poi altri progetti, tra cui gli Epigrafi e le poesie "di giovinezza", scritte appunto dall'autore ancora ragazzo, che forniscono quindi un quadro generale in cui è possibile cogliere anche le numerose sfaccettature del poeta e dell'uomo, dalla nascita alla morte, dalla solitudine all'allegria, in un insieme di parole tese ad impressionare il lettore e trasmettere anima e corpo del proprio personale percorso.

CHARLES BAUDELAIRE abbandona la famiglia a 19 anni ed inizia una vita sregolata, segnata sia da difficoltà economiche sia dall'uso di alcool e droghe.


"Vieni sul mio cuore innamorato, mio bel gatto:
trattieni gli artigli della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli
misti d'agata e metallo.

Come s'inebria di piacere la mia mano
palpando il tuo elettrico corpo con le dita
che tranquille ti accarezzano
la testa e il dorso elastico!

E penso alla mia donna, a quel suo sguardo
come il tuo, amabile bestia.
freddo e profondo, che taglia e fende come freccia.

e a quell'aria, a quel profumo
che pericoloso fluttua sul tuo corpo
dai piedi sù fino alla testa!
("Il gatto" da "I fiori del male")

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