AUTORE: Catullo
CASA EDITRICE: Baldini Castoldi Dalai editore
COSTO: 8,90€
TRASPOSIZIONI CINEMATOGRAFICHE: Nessuna
GIUDIZIO: 9/10
NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO: Finalmente sono riuscita a leggere questa raccolta di poesie e componimenti di Catullo, già da un pò tra le letture da ultimare, e devo dire di essere rimasta molto contenta. Fin dalle superiori avevo adorato questo poeta latino, la sua lingua (o scrittura?) spigliata e il profondo amore che lo lega a Lesbia, psudonimo probabilmente di Clodia, donna romana realmente esistita. Una miscela perfetta di odio e amore, presente in tutte le poesie, soprattutto nelle raccolte "Nugae" ed "Epigrammata", nella quali tuttavia Catullo fa riferimento anche ad alcuni suoi amici, ai vizi dei romani, alle dicerie sul conto di terzi e ai liberi costumi di un popolo che ha fatto tanto parlare di sè. Alcuni componimenti sono famosi, in quanto sbandierati sui social in occasione di giornate, come quella di oggi, dedicata agli innamorati, eppure qualcuno si è mai realmente interessato al dolore e alla sofferenza che il poeta ha provato per i tradimenti di Lesbia, o per le cattiverie gratutite ricevute da coloro che considerava amici? Persino la parte che racchiude i "Carmina Docta" mi ha colpita, sono componimenti prevalentemente dedicati agli dei o ai personaggi del mito, ma reinterpretati in chiave romana, e narrati con un animo innamorato come quello di Catullo. Questi componimenti hanno al loro interno una musicalità unica, che li fa somigliare a delle brevi canzoni o inni, cantati proprio in occasione delle festività in onore degli dei.
Un piccolo gioiellino che sono soddisfatta di aver letto, del resto quale autore meglio di Catullo ha conosciuto e saputo descrivere le gioie e i dolori dell'amore?
GAIO VALERIO CATULLO fu uno dei primi poeti romani ad inserire passioni così forti e schiette nella sua "Catulli Veronensis Liber".
"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior."
[Odio ed amo. Come questo sia possibile
mi sfugge, ma lo sento ed è uno strazio.]
(da Epigrammata LXXXV, Catullo)
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