TITOLO: Misery
AUTORE: Stephen King
CASA EDITRICE: Sperling & Kupfer
PAGINE: 400
COSTO: 10,90€
TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA: film con Kathy Bates nel ruolo di Annie, uscito nel 1990
GIUDIZIO: 10/10
TRAMA
Paul Sheldon, un celebre scrittore, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di aver "eliminato" Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone tra terribili sevizie di "resuscitarla" in un nuovo romanzo. Paul non ha scelta, pur rendendosi conto che in certi casi la salvezza può essere peggio della morte...
NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO
Volevo recuperare questo libro da molto tempo, ne ero molto curiosa, ma non immaginavo certo il terrore che mi avrebbe suscitato. "Misery" è uno dei tanti libri di King che incute paura vera, forse per la bravura con cui l'autore riesce ad entrare nella mente umana, per la capacità di descrivere particolari stati d'animo o semplicemente perché racconta di persone vere, di eventi che non sono paranormali, bensì coinvolgono uomini e donne nella vita reale.
La storia inizia con Paul Sheldon, scrittore ormai affermato grazie proprio alla serie con protagonista Misery, una donna energica e passionale che ha fatto dell'amore la sua ragione di vita, conquistando il cuore dei co-protagonisti e quello dei lettori. Agli occhi di Paul, tuttavia, Misery è frivola e alquanto scemotta, tanto che persino lui è stanco di dedicare il proprio tempo alle sue avventure diventate ormai mero intrattenimento commerciale: i suoi libri non hanno più vita propria, perché devono rispettare le richieste del pubblico pur di vendere. Così lo scrittore decide di metterci una pietra sopra e porre fine alla figura della sua eroina, sfruttando il tempo nella realizzazione del suo nuovo libro che gli permetterà di ritrovare se stesso.
Quello con cui non ha fatto i conti, però, è l'affetto del pubblico, in particolare di coloro che hanno fatto di Misery la propria ragione di vita, arrivando persino a vivere letteralmente attraverso la protagonista. Tra questi c'è Annie Wilkes che soccorre Paul dopo un incidente automobilistico, portandolo nella sua casa e rinchiudendolo tra quelle quattro mura, impedendogli di fatto anche le cure necessarie. Da infermiera, recupera facilmente antidolorifici e medicinali necessari se non altro a tenere lo scrittore in vita. L'unica cosa che Annie vuole in cambio? Che Misery torni a vivere.
Paul si vede così costretto a riesumare qualcosa che credeva di aver ormai seppellito per sempre e a scendere a patti con il diavolo, la sua sequestratrice, che alterna stati di rabbia a calma apatica. Man mano, Paul scopre i punti deboli di Annie e il passato che l'ha resa la donna solitaria e rancorosa che è oggi, ma non ha fatto i conti con la sua collera.
Vi assicuro che la trama non rende giustizia a questo libro, non potrebbe farlo neppure se fosse di due pagine intere, perché prima di tutto King analizza il ruolo stesso dello scrittore, il lavoro dietro uno storia e la capacità di immaginazione. Paul ha di fatto il blocco dello scrittore, non riesce ad andare avanti, quasi la morte di Misery lo abbia di fatto rinchiuso nel lutto, ma durante la sua prigionia scopre, o forse sarebbe meglio dire riscopre, il potere delle parole e della scrittura: diventano l'unica cosa per cui lotta, la sola motivazione che lo spinge ad alzarsi la mattina e l'ancora che gli ricorda di non arrendersi. Al tutto si aggiungono le pagine che Paul scrive sul nuovo capitolo di Misery, creando un romanzo nel romanzo che ha qualcosa di eccezionale. Al pari della sua vita, anche quella di Misery subisce un'evoluzione non indifferente, che all'inizio indispone la stessa Annie.
Il genio di King poi si eleva ancora di più, se possibile, proprio nel personaggio di Annie, questa donna imponente e completamente scissa dalla realtà, descrivendola in ogni dettaglio, dagli eccessi di follia fino ai silenzi, se possibile ancora più spaventosi. E Paul. Paul meriterebbe forse un libro a parte per poterne parlare decentemente, perché si tratta forse di un protagonista in cui King si rivede o che in ogni caso lo accomuna allo stesso autore. Ho trovato incredibile la forza di sopravvivenza dell'uomo e la passione che ritrova nella scrittura, nel cadenzato rumore della macchina da scrivere rotta, nella correzione delle bozze e nel creare storie da fogli bianchi.
Se avevate dei dubbi sul leggere o meno "Misery", spero che con questa recensione abbiate deciso di acquistarlo perché merita davvero di essere letto. Poi non guarderete allo stesso modo la vita in generale e avrete sicuramente difficoltà a dormire, per cui consiglio video di gattini, ma il libro diventerà una parte consistente della vostra vita.
STEPHEN KING ha sposato sua moglie nel 1971. Il nome della donna è Tabitha, ha i capelli rossi, come molte delle protagoniste nei suoi libri.
«Perché gli scrittori ricordano tutto, Paul, specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. »
(da "Misery", pagina 268)