AUTRICE: Anna Hope
CASA EDITRICE: Ponte delle grazie
PAGINE: 395
COSTO: 16,80€ [x]
TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA: Nessuna
GIUDIZIO: 9/10
Inghilterra, 1911. In un manicomio al limitare della brughiera dello Yorkshire, dove uomini e donne vivono separati gli uni dagli altri da alte mura e finestre sbarrate, c’è una sala da ballo grandiosa ed elegante, con tanto di palcoscenico e orchestra. In questo luogo sognante e raffinato, i pazienti si ritrovano una volta alla settimana per danzare: qui hanno la possibilità di sentirsi liberi, di mostrare i sentimenti, di muovere i loro corpi in libertà . I desideri lungamente messi a tacere tornano ad agitare con prepotenza i cuori dei protagonisti. Proprio nella sala da ballo Ella Fay, una giovane operaia ricoverata contro la sua volontà per una crisi isterica, conosce John Mulligan, un uomo dalla sensibilità fuori del comune, che soffre di depressione in seguito a un trauma. Complice del loro incontro è Clem, una paziente affetta da manie suicide, che aiuta Ella a leggere i messaggi di John. A occuparsi di loro c'è il dottor Fuller, un medico ossessionato dall'eugenetica e fermamente convinto che la musica e la danza possano aiutare nella cura delle malattie psichiatriche. Quattro personaggi che intrecciano le loro storie in un affresco originale e carico di significati profondi: i loro dolori e le loro frustrazioni sono anche i nostri, come pure la danza liberatoria, il coraggio di gridare, la voglia di cambiare.
NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO: Nell'Inghilterra del 1911, accanto alla proliferazione di mostruosità diffuse dall'eugenetica, in un manicomio esiste una stanza speciale: la sala da ballo.
Essa è illuminata da ampie e alte finestre a mosaico, simili a quelle presenti nelle chiese, è molto larga e arieggiata e presenta un piccolo palco completo di tutto. E' qui che, il venerdì sera di ogni settimana, i malati ritenuti in grado di mantenere un atteggiamento corretto si riuniscono per passare ore di svago. Il direttore della struttura crede fermamente nel potere della musica e del lavoro, in grado di restituire ai pazienti meno gravi, sia un contatto con la realtà che un modo per riprendere in mano le redini della propria vita.
Ed è in queste occasioni che Ella e John hanno modo di scambiarsi le lettere che da tempo utilizzano per conoscersi e dare voce ai loro pensieri; complice del segreto è Clem, una paziente amante della poesia e della lettura, la quale ha provato più volte a togliersi la vita: lei è in grado di scrivere, a differenza di Ella, per questo si offre di aiutare la ragazza e così facendo, trova pian piano una ragione per vivere.
Sotto l'occhio supervisore del dottor Fuller, la situazione procede tranquillamente, soprattutto perchè il medico è convinto di poter restituire una vita dignitosa ai suoi malati, proprio grazie alla musica.
Eppure ci troviamo sempre all'interno di una struttura spietata, in cui le persone venivano rinchiuse maggiormente poichè povere e senza famiglia, anche se non presentavano disturbi psicologici evidenti, per la società era più comodo metterli a tacere in manicomi nei quali vigeva una sola regola: obbedire e fare silenzio.
La giovane Ella però, troppo stanca della propria misera vita, porta un nuovo senso di libertà tra i pazienti, specie in John e Clem, mutando radicalmente le sorti di ognuno di loro, fino ad arrivare al suo obbiettivo, ovvero essere libera dalla catene che da sempre l'hanno imprigionata.
Un meraviglioso ritratto storico, culturale e psicologico che Anna Hope narra, alla luce anche di una scoperta triste e sorprendente: la struttura presente nel libro è realmente esistita, con il nome di Menston Asylum, dal 1888 fino al 2003, e qui è stato ricoverato il trisavolo della scrittrice, John Mullarkey. Questa storia ha commosso molto l'autrice, la quale ha deciso di creare un destion diverso per il trisavolo, un destino in cui anche lui avrebbe potuto raggiungere la libertà e recuperare la fiducia che gli era stata tolta negli uomini e nel mondo.
ANNA HOPE, oltre che scrittrice, è anche un'attrice e nel tempo libero ama rifugiarsi nel Galles per dedicarsi a lunghe passeggiate.
"Cara Ella,
non sapevo bene come iniziare questa lettera, quindi dirò prima di tutto che mi addolora che io e gli altri uomini possiamo stare all'aperto con questo bel tempo, mentre a te e alle altre non è permesso uscire."
(da "La sala da ballo")
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