TITOLO: Nemici
AUTORE: Isaac Bashevis Singer
CASA EDITRICE: Adelphi
PAGINE: 260
COSTO: 18,00€
TRASPOSIZIONI CINEMATOGRAFICHE: Nessuna
GIUDIZIO: 9/10
Che genere di amore è quello che lega Herman, il
protagonista di “Nemici”, a Jadwiga, la contadina polacca che lo ha salvato
dalla deportazione nascondendolo per tre anni in un fienile, nutrendolo e
curandolo, e che lui ha portato con sé a New York e ha sposato? E che genere
di amore lo lega a Masha, la donna, scampata ai lager, del cui corpo non riesce
a fare a meno, ma che percepisce come una minaccia – perché quel desiderio, più
che alla vita, si apparenta alla morte? Ed è ancora amore il sentimento che lo
lega alla moglie Tamara, che credeva morta e che gli riappare davanti
all’improvviso? Di fronte a simili domande Herman è paralizzato, incapace di
trovare una via d’uscita. A rendere tutto molto, molto più complicato è la
fatica quotidiana del vivere, in quella New York che è sembrata un miraggio di
felicità , ma che si rivela ogni giorno più inospitale e più aspra. Il lettore
segue Herman nei suoi affannosi, sconclusionati andirivieni dal Bronx a Coney
Island e da Coney Island a Manhattan, chiedendosi se e come riuscirà a tirarsi
fuori da quella specie di guerra che le sue tre donne gli hanno dichiarato, e
soprattutto dal groviglio di un’esistenza fatta di continue menzogne,
sotterfugi, goffagini e fughe – o se, come il Bunem di Keyla la Rossa, finirÃ
per cedere alla tentazione di disperare di Dio.
La risposta di Isaac Bashevis Singer a proposito di quanta
importanza abbia avuto per lui l’amore. Un romanzo dalla narrazione semplice
per un mix di personaggi complessi e spesso vinti da quella tragedia che
porteranno sempre con loro.
NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO: Il mio approccio con Singer è nato grazie al Club di lettura, organizzato dalla libreria della mia città , che mi ha appunto permesso di conoscere questo brillante scrittore dalle mille sfaccettature. Sia per mio guidizio personale, sia da quanto emerso nella discussione con gli altri membri del club, Herman è risultato da subito un personaggio ostico, in quanto incapace di prendere decisioni, di vivere la propria vita, capace solo di lasciarsi trascinare da ciò che gli accade intorno e dalle azioni delle persone che lo circondano. Mentre gli altri personaggi soffrono, perchè porteranno sempre con loro la malvagità umana espressa in ogni sua terribile forma, Herman si ostina a restare un uomo nascosto anche nella New York che lo ospita, senza tuttavia dare segni di sofferenza per la ricomparsa della moglie nè tantomeno per la perdita dei due figli nei campi di sterminio. Al contrario le tre donne reagiscono in modi differenti e tentano di andare avanti, ricostruendo ciò che il passato ha tolto loro. Masha non è stata per me una protagonista molto positiva, perchè ho trovato in lei un carattere molto frenetico e agitato; ho apprezzato moltissimo la forza di Tamara, disillusa ma coraggiosa e pronta ad affrontare il futuro. Proprio dai suoi incontri con Herman emerge il fatto che quest'ultimo sia sempre stato un uomo vinto dalla vita. Il finale mi ha colpita, ma non più di qualche minuto, perchè l'ho trovato in linea con tutta la narrazione, un degno finale per delle vite ormai già in pezzi. Spero di avere altre occasioni per conoscere questo scrittore e per cimentarmi in altri suoi romanzi.
ISAAC BASHEVIS SINGER pubblicò il suo romanzo “Nemici” in yiddish,
a puntate sul quotidiano “Forverts”.
"Herman pensò al detto yiddish secondo il quale dieci uomini non riescono ad infleggere ad un uomo il danno che egli è in grado di infliggere a se stesso. Eppure sapeva di non agire da solo; c'era sempre il suo nemico occulto, il suo demone avversario. Invece di distruggerlo rapidamente, il suo nemico continuava a inventare per lui torture nuove e sconcertanti."
(da "Nemici")
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