TITOLO: La ragazza nella nebbia
AUTORE: Donato Carrisi
CASA EDITRICE: Tea
COSTO: 5,00€
PAGINE: 373
TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA: film omonimo del 2017.
GIUDIZIO: 9/10
TRAMA
La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Sono passati due mesi da tutto questo, e l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora li? Perché quell'incidente? E soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?
NOTE DI LARAGAZZADELLIBRO
Premetto che non ho mai letto nulla di Carrisi, questo è infatti il primo thriller che ho il piacere di leggere e rappresenta anche una risposta alla mia curiosità in merito a questo scrittore.
La storia inizia con il ritrovamento, sul ciglio della strada, dell'agente Vogel, coperto di sangue dopo essere sbandato con la sua macchina. Il problema è che lui non è ferito, quindi il sangue appartiene ad un'altra persona, la stessa che Vogel sembra aver dimenticato: non ricorda infatti gli ultimi istanti, il motivo per cui si trovava su quella strada né tantomeno cosa lo ha spinto a tornare ad Avechot. Viene così portato da uno psicologo che può aiutarlo nella sua amnesia, anche se il problema più grande è rappresentato dalla sua presenza in quella piccola cittadina.
Soltanto pochi mesi prima infatti, la silenziosa Avechot è stata scossa dalla sparizione di una ragazzina, caso affidato proprio a Vogel nel momento in cui la polizia ha capito che non si trattava di allontanamento volontario. Tra i mille segreti che aleggiano attorno alla famiglia della giovane, la relazione pericolosa che sembra avesse intrecciato e le numerose teorie che si diffondono a macchia d'olio, le indagini non procedono e gli abitanti reclamano un colpevole verso cui puntare il dito. Così Vogel, memore degli errori passati, decide che l'unico modo che ha per attirare l'attenzione e sperare nella collaborazione e nell'aiuto di quanti più mezzi possibili, sia trasformare tutta la brutta vicenda in un fenomeno mediatico e macabro, in cui emergeranno tutti gli orrori del passato, del presente, le verità taciute e infangate e il limite oltre cui ci si può spingere pur di ottenere giustizia.
La trama è magistrale, l'ambientazione e le tinte con cui Carrisi descrive i personaggi, gli ambienti e le sensazioni lasciano davvero a bocca aperta, eppure non mi sento di promuovere "La ragazza nella nebbia" a pieni voti per una serie di motivi. Primo fra tutti per la rabbia provata nei confronti di Vogel stesso, per come è impostato il suo personaggio, non ho mai trovato un detective verso cui provare quasi più odio del colpevole. Vogel è un uomo estremamente narcisista, che non accetta il fallimento ed è disposto a ricorrere ai più disdicevoli compromessi pur di ottenere ciò che più ama: la fama! Mette il successo personale davanti alla giustizia, crea un'immagine di sé che possa ottenere il consenso altrui, nascondendo sotto completi pregiati anni e anni di sotterfugi e soprusi di potere che ha portato avanti. E' un uomo estremamente rancoroso e impulsivo, privo di tatto e in grado di ricadere spesso in errori già commessi. Mi è piaciuto? Affatto. Ho apprezzato forse soltanto la parte finale, che tuttavia non ha una conclusione abbastanza degna della vicenda. O meglio, non lo ha per me, poiché dopo tutto ciò che è successo mi aspettavo decisamente qualcosa di meglio, un punto grande e forte che mettesse uno spiraglio di luce, invece ho trovato un finale aperto e ingiusto, se così si può dire, sia per le vittime che per i lettori.
La parte iniziale è stata molto difficile, confesso di aver spesso pensato di abbandonare la lettura, perché in molti punti la narrazione sembra perdersi sotto troppi punti di vista, flashback e riflessioni dei vari personaggi. Il punto di forza, oltre allo stile dell'autore, è nell'antagonista: così come non ho mai odiato tanto un detective, il "cattivo" di questa storia è tra i migliori personaggi che io abbia letto. Freddo, calcolatore, cinico, spietato, intelligente e manipolatore. Un mix veramente letale, e qui sta il genio dello scrittore, perché è riuscito a portare la storia direttamente sullo stomaco del lettore, facendolo rimanere con un macigno che prima sembra alleviarsi per far spazio al sospetto e alla rassegnazione, poi trasformato in presa di coscienza di ciò che ha appena letto davanti i suoi occhi, per concludere con il ritorno di quella sensazione di non giustizia e inadeguatezza che rischiano di lasciare l'amaro in bocca.
Non so se lo inserisco tra i libri da consigliare, sicuramente è un bel thriller per i motivi elencati, ma non avendo altri termini di paragone, per quanto riguarda Carrisi, posso soltanto dare un giudizio imparziale. Attendo a questo punto di leggere altro per confermare o meno il mio punto di vista e qual'ora dovesse essere confermato, posso solo dire che Carrisi è un genio sottovalutato.
DONATO CARRISI dopo la laurea in Giurisprudenza, ha studiato Criminologia e Scienza del comportamento.
«E' il cattivo che rende la mediocrità più accettabile, è lui che fa la storia.»
(da "La ragazza nella nebbia")
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